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Donne in conflitto - Anteprima

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In attesa che arrivi marzo 2021, quando i lettori riceveranno il libro a casa, Bookabook ha messo a disposizione una piccola anteprima. Il testo fa parte del prologo, la prima parte dell'inchiesta. Buona lettura. A volte dare una definizione non è semplice. Per esempio, cosa vuol dire “amare”? Secondo il vocabolario significa provare sentimenti per qualcuno o qualcosa. E cosa vuol dire “libertà”? Non avere freni o impedimenti. Eppure sembrano definizioni riduttive. Una donna che vive in un paesino vicino a Betlemme ha detto che ama suo marito perché la mantiene e non la picchia . Per noi, in Occidente, amare significa sentire le farfalle nello stomaco, provare desiderio, passione e affetto, significa essere felici con un’altra persona. Il concetto di libertà è ancora più complicato. Si può definire libero un popolo che deve rinchiuderne un altro e minacciarlo per poter sopravvivere? Sono liberi gli israeliani che vivono tutti i giorni nella paura di un attentato? Secondo la visione

Donne in conflitto - Consigli utili

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Pianificazione è la parola chiave . Ogni intervista va fissata prima di partire così da non avere buchi che possono portare a ritardi. La scaletta degli spostamenti, inoltre, andrebbe data a qualcuno di fiducia così che chi resta a casa sappia sempre dove siamo. I Territori palestinesi non sono certo la zona più pericolosa al mondo ma alcuni accorgimenti sono doverosi. Prima di tutto bisogna evitare di dare nell'occhio e fare di tutto per rendersi "invisibili". L'obiettivo è portare a casa delle interviste, non mettere in piedi una lotta contro una cultura diversa. Quindi niente abiti sgargianti, troppo scollati o troppo corti. Se si parte in estate, come nel mio caso, bene le magliette a maniche corte ma non le canottiere, vietati i pantaloni corti. Portare con sé una sciarpa leggera da mettere sulla testa per due ragioni: mostrare rispetto (aiuta a stabilire confidenza) e proteggersi dal caldo. Ho scoperto con sorpresa che coprire la testa con un foulard (ne a

Donne in conflitto - Le domande

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Non è così semplice come può sembrare. Buttare giù le domande per un'intervista è una delle attività più importanti: a domanda banale, risposta banale. Serve un ragionamento per ognuna e il segreto è partire dalla risposta . Cosa voglio sapere? E come ci arrivo? Cominciando da queste basi ho iniziato a fare una scaletta. Su un foglio scrivevo tutto ciò che mi veniva in mente, alla rinfusa, per poi ordinare le domande a seconda della loro delicatezza. Le questioni più spinose, come religione e politica, volevo tenerle alla fine. Un'intervista non deve essere un semplice botta e risposta, deve essere una conversazione . E qui si arriva all'ultimo step: tagliare. Mi sono imposta di arrivare nei Territori palestinesi con un massimo di dieci domande. Più che altro spunti di indagine e riflessione, per poi seguire il corso della chiacchierata. Nulla impedisce di porre nuovi quesiti ma se si parte con venti domande si rischia di non finire più e di far stancare l'interlocu

Donne in conflitto - L'idea

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"Donne in conflitto" è il racconto di un viaggio nei Territori palestinesi durante il quale ho intervistato donne di Gerusalemme, Betlemme e Ramallah. Donne di differenti ceti sociali, età e credo religioso. L'idea è nata nel 2016 per la tesi di laurea magistrale e sono partita nel luglio di quell'anno. Sono state due settimane molto intense, impegnative e indimenticabili. Perché? Iniziamo con il dire che non mi piace la generalizzazione . E in questo libro ho cercato di affrontarne due: donne e mondo arabo. Le prime, se solo si accenna a discorsi come la parità, vengono tacciate di femminismo, una parola a dir poco abusata. Il femminismo non è un pensiero unico ma una grande corrente al cui interno vivono diverse espressioni, spesso contrastanti tra loro.  Sul mondo arabo forse basta fare una domanda per capire quanto la generalizzazione è profonda e pericolosa: in quanti conoscono la differenza tra sciiti e sunniti? In Occidente, dopo la crescita di vari nucle

Libri in crowdfunding: l'evoluzione dell'editoria

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Immaginate un mondo in cui vengono pubblicati solo i libri che davvero piacciono ai lettori. Niente più "letteratura spazzatura", testi di dubbia qualità inviati alle librerie solo per fatturare. Immaginate un mondo ricco di buone letture . Ebbene, potrebbe non essere solo un'utopia. Il mondo dell'editoria sta cambiando, è inevitabile. Le vendite negli anni sono calate a picco, si legge sempre meno e sempre peggio. Un tentativo di rivoluzione c'è stato con gli ebook ma non è stato ottenuto il successo sperato. Sono tantissimi ancora a preferire la carta. Ecco che in questa situazione di difficoltà si inserisce Bookabook . Casa editrice di stanza a Milano nata nel 2014, propone un metodo nuovo: il crowdfunding . La pratica, finora utilizzata soprattutto per raccogliere fondi per cause benefiche, consiste nella pubblicazione sul sito della casa editrice di diversi testi. I lettori possono leggere le sinossi, lasciare commenti e acquistare una o più copie del lib

Vo' sbarca Sotto il Salone a Padova

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Vino e olio dall'ex focolaio venduto nel centro del capoluogo. Il sindaco Martini:"Un modo per ripartire" PADOVA Il meglio di Vo' Euganeo si trova Sotto il Salone. All'interno del negozio di Giovanna Strazzacappa, nello storico centro del commercio padovano, oltre agli articoli artigianali apprezzati da sei anni si vendono anche vini e olio provenienti direttamente da Vo' , ormai ex focolaio veneto. "Durante la quarantena per il Covid-19 ho ragionato molto sulla mia terra d'origine - racconta Strazzacappa - Volevo far conoscere la vera Vo' , non quella dell'infezione, ma quella bella e accogliente. Così ho contattato diversi produttori della zona e ho deciso di vendere vini rossi e bianchi e olio extravergine". La stessa cosa verrà fatta nell'altro punto vendita di proprietà di Strazzacappa, a Cortina d'Ampezzo. La mattina di sabato 30 maggio il brindisi inaugurale, con il sindaco di Vo' Giuliano Martini, l'assessor

La protesta dei camici grigi

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Una sessantina in piazza Garibaldi a Padova per chiedere più borse di specializzazione e una riforma delle Scuole I manifestanti PADOVA "Siamo qui non solo per la situazione di precariato nella quale siamo costretti a vivere. Siamo qui per difendere il sistema sanitario nazionale". Lo dicono i sessanta manifestanti che questa mattina, 29 maggio, si sono raccolti in piazza Garibaldi a Padova. Sono studenti, neolaureati e abilitati alla professione che non riescono ad accedere alle borse di specializzazione. I medici precari si fanno chiamare "camici grigi" . "Il 22 settembre ci sarà il test - spiega Leonardo Niero, studente di Medicina di 26 anni - Ci sono 14 mila borse per 25 mila candidati. Vuol dire almeno diecimila precari. Il sistema sanitario sta affondando". Una borsa di specializzazione costa in totale 125 mila euro e copre tutto il periodo di lavoro dello specializzando. Quest'anno sono state aggiunte 4200 borse dal Ministero. Poche,

Sala piena per l’incontro con Giordani: Miglioriamo insieme

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Pubblicato sul Corriere del Veneto (edizione cartacea) il 5 aprile 2018 Erano quasi duecento i cittadini che hanno partecipato all’incontro con la giunta di ieri sera al centro commerciale La Corte. La serata sarà la prima di molte altre organizzate dall’amministrazione comunale per ascoltare i bisogni dei padovani e le loro idee per migliorare la città . Nello specifico ieri sera c’erano i residenti di Stanga, San Lazzaro, Ponte di Brenta, Mortise e Torre ed era presente l’intera giunta. « Siamo qui per ascoltarvi: in un anno abbiamo fatto del nostro meglio e abbiamo portato a casa molti risultati ma vogliamo fare di più. Vogliamo rendere Padova migliore con voi e per voi » ha detto il sindaco Sergio Giordani tra gli applausi.  di Silvia Moranduzzo

La complessità di "Insciallah"

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Complesso, arguto, intricato. Da dove cominciare? Dal polilinguismo o dalla conoscenza approfondita della guerra ? Dai personaggi dalle forti caratteristiche o dalla storia del Libano? Insciallah , uno dei romanzi più conosciuti scritti da Oriana Fallaci e pubblicato da Rizzoli per la prima volta nel 1990, è difficile da definire. Non è un romanzo storico ma nemmeno narrativa , ha una trama molto complicata e così tanti personaggi che ogni tanto si fatica a seguire il filo del discorso. Fallaci alterna l’italiano all’arabo, all’inglese e ai dialetti creando un tessuto di lingue perfettamente connesso con le personalità dei protagonisti e l’ambiente della storia. Secondo il giornalista Gianni Riotta , collega di Fallaci al  Corriere della Sera , il libro “ va affrontato su due piani, il linguaggio e l’intreccio – scrive nella prefazione all’edizione BestBur 2009 – e in entrambi, con umiltà che nella vita quotidiana Oriana raramente (forse mai!) sapeva o voleva esprimere, ci

Motivi di sicurezza, Padova vieta la sosta nella via di Casellati. I residenti protestano

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Pubblicato sul Corriere del Veneto (edizione cartacea) il 5 aprile 2018 Diciamolo subito. Nulla c’è di eccezionale nel fatto che la seconda carica dello Stato abbia una scorta che la segue sempre e dovunque e che la sua abitazione sia ininterrottamente presidiata. E, nel caso specifico, c’è ancor meno da stupirsi. Se non altro perché la padovana (pure se nata a Rovigo) Maria Elisabetta Alberti Casellati , presidente del Senato da neanche un paio di settimane, è destinataria di tali misure di protezione da ormai una decina d’anni. Cioè da quando, nel 2008, da «semplice» senatrice di Forza Italia, ricopriva il ruolo di sottosegretario alla Giustizia (ministro Angelino Alfano, premier Silvio Berlusconi) e, di fronte a non meglio precisate minacce, le erano appunto stati assegnati diversi uomini di guardia, scelti tra gli agenti della polizia penitenziaria. All’epoca fecero puntualmente scalpore le sue vacanze sulle Dolomiti e in Sardegna con «bodyguards» al seguito. Ma adesso l